Se volessi parlare della mia esperienza con i Tokio Hotel fin dall’inizio, creerei un poema apportato alla quantità di tempo durante il quale ho avuto il piacere di affezionarvisi e soprattutto per quanto abbiano condizionato irrimediabilmente le mie abitudini. Cercherò di concentrare in questo racconto dei punti che io reputo salienti, saltando la parte della mia scoperta di questo gruppo fino alla promozione dell’album Humanoid. E proprio per quanto concerne l’ultimo lavoro della band, fui testimone di moltissimi cambiamenti e piccole soddisfazioni che resero l’anno 2010 il migliore che io avessi mai potuto vivere e godere, dopo il 2007. Comincio col dire che il 26 Settembre del 2009, fu la data in cui mi sentivo particolarmente sfiduciata per una serie coincidenze fastidiose, tra cui un esame che avrei dovuto sostenere il giorno dopo, per il quale rinunciai con dispiacere di recarmi a Roma per il Coca-Cola Live. Così pensai che se non avessi potuto vedere i Tokio Hotel dal vivo in quella occasione, avrei fatto di tutto per collegarmi su HABBO e parlarci virtualmente. Senza contare che ero fatalista sul fatto che mi avrebbero dato retta. La mattina mi svegliai all’ora delle galline e caricai la pagina del Tokio Hotel Lounge, che avevano allestito apposta per l’incontro con gli utenti iscritti al sito web. Fui fra i primi ad entrare ovviamente, mancavano circa otto ore dall’appuntamento. Fu vergognoso il momento in cui restai letteralmente incollata allo schermo tutto quel tempo senza mangiare, per cercare di non scollegarmi, impiegando addirittura mio fratello sotto minaccia a mantenere viva la finestra di chat solo per mangiare un patto di pasta, altrimenti mio padre mi avrebbe linciato a tavola. Bando a questo particolare, ritorno alla scrivania, e il primo che vedo collegarsi sul palchetto virtuale fu Tom Kaulitz ma stette davvero poco, per riuscire a porgli la mia prima domanda alla quale Bill rispose successivamente collegandosi poco dopo, con mia grande sorpresa. La domanda in questione riguardava la situazione sentimentale di suo fratello e lui mi rispose con testuali parole: Tom è pronto ad innamorarsi e di mettere la testa apposto. Quando lessi ciò dovetti scacciare subito il pensiero che non mi avrebbe mai risposto, anche se eravamo davvero in tanti nella camera virtuale di HABBO. Non so come ma non persi tempo nel chiedere qualcos’altro tra i numerosissimi fumetti che spuntavano a raffica, davvero non seppi come Bill fosse riuscito a notarmi. Per essere sicura che non stessi sognando, gli chiesi se oltre al DVD del Cought on Camera ce ne sarebbe stato un altro simile. In tutto questo mi accorsi che si era collegato anche Gustav. Notai che Georg era assente e lessi di sfuggita da parte di Bill che si intratteneva con Tom e quindi era comprensibile che non ci fossero. In quel frangente gli posi quella seconda domanda e mi rispose di nuovo prima che tutta l’utenza di HABBO venisse bloccata e a quel punto toccava solo ad una persona porre il resto delle domande. Bill alla fine mi disse: Ci sarà un dvd allegato all’album Humanoid. E’ inutile dirvi che quanto avete trovato scritto, io l’abbia verificato e che stesse parlando proprio della versione deluxe dell’album. Capii da allora che non me l’ero immaginato. E il fatto che io abbia ancora questo ricordo così nitido, ho avuto la consapevolezza di aver ottenuto una piccola e grande soddisfazione.
Una soddisfazione che non ha avuto fine, quando per la prima volta riuscii a vedere i Tokio Hotel in concerto l’11 Aprile 2010. E’ stato anche il primo della mia vita a 21 anni, quindi, vi lascio immaginare cosa ho provato, Soprattutto la sensazione e il pensiero assurdo (ma reale) che avrei potuto respirare la loro stessa aria all’interno del Palalottomatica,indipendentemente da dove mi trovassi. Ricordo ogni minimo particolare sia prima che dopo l’evento, pure come era vestito il venditore delle patatine, per farvi un esempio. Ma dei membri del gruppo sul palco meno di zero. Tanto fu il coinvolgimento e quella strana sensazione di aver vissuto un “sogno” e di essere stata con i piedi per terra, che sono rimasti soltanto ricordi circostanziali anche di persone con le quali ho chattato per anni, tutto. Ma di quei quattro potrei considerare tale ricordo un momento nebuloso confuso ma piacevole comunque indimenticabile. Da una parte è frustrante, non avere chiaro nella mente i volti dei Tokio Hotel in quel giorno particolare. Però ebbi la coscienza dilaniante di essere stata con loro in quel palasport, solo quando fui di ritorno a casa, il giorno dopo.
Roberta Assanti.
Bella esperienza
RispondiEliminaGrazie :) E' come tante.
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